Una pagina vuota
Ho comprato un copri piumone bianco perchè mi sono detta, voglio dipingerlo. Sono anni che è nell’armadio, ed è ancora bianco e mi aspetta al varco.
Quindi lo so che la pagina bianca fa paura. É uno spazio vuoto, intonso e spesso abitato da una vocina che dice: e se sbagli?
E se sbagli vai avanti, al foglio successivo. La pagina vuota è uno spazio potenziale, una mappa da disegnare, linea dopo linea. Per non avere pagine del tutto bianche da cui iniziare, le sporco, così, a caso: ci faccio cadere il caffè, passo una rullata di colore, ci attacco un pezzo di carta della spesa.
Perchè mi sono resa conto che mi aspetto tanto dal mio segno, che sia bello, preciso, che possa piacere. La pagina mi guarda, io resto ferma. Ho tutte le possibilità del mondo ferme dritte sull’attenti, ma non parto, improvvisamente mi sento indecisa, impaurita, e alla fine ‘non so cosa disegnare’.
Quando accade questo nella stanza dell’arteterapia è l’attimo prima del lancio, l’istante in cui ti aiuto a perdere l’equilibrio in sicurezza. Ti tengo, mentre cadi sul foglio e osservo con te la traccia del tuo volo, del tuo atterraggio, la accogliamo insieme, riconoscendo il coraggio a quel segno che ancora non sa chi è.
Ecco cosa ti propongo oggi, per iniziare: prendi una pagina o un foglio tipo il retro di una vecchia bolletta e riempila con segni senza senso. Che non vuol dire ‘a caso’! Prenditi tempo, usa la lentezza, mettiti un timer di 3 minuti e non smettere di disegnare Linee storte, sbilenche, curve che non vanno da nessuna parte.
Dici che 3 minuti volano?
Prova e poi fammi sapere!
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A presto, Fabiana